Società

      

        

 

 

 

 

 

Ariano Irpino

 8 marzo 2002

La Festa della Donna

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Ariano – Otto marzo si festeggiano le donne  e di donne nei locali ce n’erano davvero tante con la loro allegria e la loro voglia di essere, almeno per una volta all’anno, protagoniste. In una società, tutto sommato, ancora fortemente impiantata sul maschilismo, le donne, a loro modo, cercano gli spazi che gli spettano di natura e rivendicano il loro fondamentale e legittimo ruolo sociale. Lo fanno festeggiandosi ed abbandonandosi ad un sano divertimento senza inibizioni e senza frustrazioni. Si prestano al gioco ed inondano i locali di quella positività che le caratterizza e che, spesso, ha reso più vivibile e sopportabile la penombra in cui sono state costrette a vivere da una mentalità, e quindi da una società, che è ancora incentrata, per la maggior parte, sul potere del cosiddetto sesso forte che forse propriamente forte non è. 

Ironizzano con gli spogliarellisti all’Havana Club, giocano e ballano all’Incontro, discutono con gli uomini al “Notorius”. Mamme, nonne, nipoti, casalinghe, impiegate, operaie, professioniste, tutte insieme in un giorno che a loro è dedicato e dove sono le protagoniste assolute, senza veli, senza preconcetti, senza preoccupazioni. Dall’”Incontro” al “Notorius”, dal “Kristall” all’”Havana Club”, passando per il ristorante “Biffi” erano loro le padrone indiscusse della scena, in alcuni casi, senza i timori della presenza degli uomini, che stentano ad emanciparsi e troppo spesso, finiscono per essere una spada di Damocle basata su un pregiudizio puramente estetico e, se vogliamo, sessuale che risulta essere troppo riduttivo per un’analisi, quantomeno sufficiente, dell’universo femminile e di tutto quello che comporta. L’esser donna va oltre le calze a rete o uno spacco mozzafiato, donna è anche essere mamma con le angosce, le preoccupazioni e le rinunce che comporta, ma donna è anche lavoro, spesso sommerso ed oscuro, ma pur sempre lavoro. Donna è sensibilità, sofferenza, allegria. Donna è passione. In un mondo dove molti uomini ed alcune donne sono ipnotizzati dalla carriera, dal prestigio, dal potere, dal successo, dalla competizione e dall’apparire, c’è sempre chi invece pensa anche al pratico ed al quotidiano, quel quotidiano che è fatto di pranzi da preparare, pannolini da cambiare, bucato da sistemare, figli da seguire, preoccupazioni e, spesso, anche un lavoro da curare e portare avanti per vivere e quindi far quadrare i conti. Ma donna è anche gusto, estetica, voglia di piacere e di piacersi. Donna è anche e soprattutto allegria, voglia di vivere e di dare la vita ed è anche voglia di dare un senso alla vita. Quel senso pratico di cui sono naturalmente dotate e che se fosse solo minimamente percepito ed assimilato dall’universo maschile, contribuirebbe a creare un mondo migliore. Ma la società mondiale di strada da fare in tal senso  ne ha ancora tanta, ci sono zone del mondo in cui, purtroppo, le donne non sono oppresse solo dagli strascichi di una mentalità che stenta ad emanciparsi, ma sono costrette a subire maltrattamenti fisici e psicologici, annientando il loro essere sotto un velo o, addirittura, condannate ad una morte atroce per una violenza sessuale subita, che certo non le avrà lasciate indifferenti, in una situazione dove al danno si unisce la beffa. L’esaltazione del paradosso, del maschilismo esasperato, della follia a cui può arrivare l’umanità in nome di cosa? della competizione? dell’affermazione dell’io esasperato e cieco?. Dimentichi che siamo tutti umani e che abbiamo, per diritto di nascita, la vita e non la sopravvivenza o addirittura il suo contrario: la morte. Ma l’essere donna è anche sopportazione e pazienza. Sopportare l’indifferenza intellettuale e materiale a cui sono costrette e pazienza nei confronti di molti uomini che non comprendono ed apprezzano minimamente le attenzioni e le cure di cui sono oggetto e non capiscono l’esigenza delle donne di essere amate e comprese, e non usate.

Ma in un giorno in cui molte festeggiano ci sono altre donne, che legate sempre al senso pratico, lavorano. E’ il caso delle cameriere, delle cantanti, delle bariste e delle cuoche che portano avanti un’altra caratteristica delle donne: il sacrificio. Ripagato dalla gioia di vedere felici le persone che amano ed anche, perché no, per le proprie soddisfazioni e per i propri “capricci”.  Nel giorno della festa della Donna, però, il nostro pensiero non può fare a meno di andare anche a quelle donne che soffrono in silenzio in una situazione in cui lo Stato e la solidarietà sembrano essere assenti, ci stiamo riferendo alle prostitute e, più in generale, alle donne sfruttate di tutto il mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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