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Ariano Irpino

 31 dicembre 2001

Notte di Capodanno - Riflessioni

 

 

Nella notte che segna l’inizio della circolazione dell’euro ed il passaggio da un vecchio ad un nuovo anno, migliaia di persone hanno festeggiato ad Ariano ognuno a suo modo. Abbiamo fatto un giro dei locali alla ricerca di quei frammenti di vita che segnano un momento storico. Quello di quest’anno non è stato un capodanno qualsiasi, in un momento delicato, per lo scenario internazionale sconvolto dal terrorismo internazionale, dalla guerra e dalle tensioni etniche, nasce l’euro e con esso l’embrione di quella che il presidente Ciampi, ieri sera nel messaggio alla nazione, ha definito la Confederazione degli Stati d’Europa. Il riferimento alla confederazione non può fare a meno, trovandoci in Irpina, di riportare la memoria a circa 2200 anni fa quando, da queste parti, in qualche modo, la confederazione, con i popoli sanniti, di cui gli irpini  erano membri, non era una moda, ma una realtà. Sono passati migliaia di anni e con essi la romanità, le incursioni barbariche, il medioevo, gli spagnoli, i francesi, le guerre mondiali, l’attentato alle torri Gemelle e tante altre nefandezze che hanno messo l’uomo contro l’uomo per l’avidità di affermare, di volta in volta, la superiorità di un’etnia sulle altre, oggi il presidente Ciampi, forse involontariamente, restituisce, nel suo discorso, dignità ai popoli sanniti riconoscendogli, implicitamente, il merito di essere arrivati alla soluzione prima di tutti. E già i sanniti, ma chi erano? Un popolo fiero che aveva trovato armonia con la natura vivendo di cose semplici, semi nomadi, avevano nel “Ver Sacrum” il rito religioso più importante; in primavera, quando la popolazione era diventata troppo numerosa per poter sopravvivere tutti di quel poco che dava la natura, un gruppo si allontanava per cercare un altro luogo dove poter vivere, e lo faceva, secondo la leggenda, seguendo il primo animale che passava e stabilendosi là dove si fermava l’animale; gli Hirpini seguirono un lupo. In questo non è difficile leggere la innata tendenza all’emigrazione che da queste parti è un fenomeno diffuso.

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Una scena quella di ieri notte dominata dalle luci variopinte delle luminarie e degli effetti ottici delle discoteche che dalla Mithos alla discoteca dell’Incontro hanno accompagnato la notte dei discendenti dei Sanniti. Le luminarie, dicevamo, alimentate da quella corrente elettrica che a qualche chilometro viene prodotta dalle centrali eoliche ancora una volta in modo ecocompatibile e che probabilmente servirà a proiettare, nei prossimi anni, questa terra nel fiorire di innumerevoli attività economiche non legate al territorio ma alla comunicazione. 

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Ieri sera ci sono stati sontuosi pranzi beneaugurali  fatti, in alcuni casi, di prodotti della terra che, da queste parti, poco si addice alle coltivazioni intensive, ma che trova un accettabile compromesso con le coltivazioni biologiche diffuse sul territorio. E già i prodotti della terra, quella terra frammentata in innumerevoli aziende agricole, quasi ogni famiglia ha il suo piccolo pezzo di terra, dove, più che produrre per il mercato, si producono derrate alimentari destinate, nella maggior parte, all’autoconsumo. Viene da chiedersi che ruolo hanno giocato, nella realizzazione di quelle complesse manovre economiche sfociate nell’unione monetaria europea, le derrate alimentari prodotte nelle piccole aziende famigliari irpine, portate avanti dai nonni e dai padri degli emigranti, e finite sulle tavole dei parenti che vivono nelle grandi città del nord e, in qualche caso, all’estero. Il tutto non rientrante nelle statistiche di mercato ma di fatto incidente nelle piccole economie operaie delle famiglie emigrate. Emigrati che, con il risparmio derivante da questa “piccola” economia, hanno contribuito, acquistando ogni genere di consumo, all’aumento della circolazione monetaria che ha originato il benessere delle aree del Nord insieme alle infrastrutture, costruite negli anni sessanta con i fondi reperiti con il risparmio postale, opera anche di quei padri e di quei nonni che, accontentandosi di quel poco che gli dava la terra, correvano alla posta a depositare il denaro delle pensioni, pensando al futuro. Risultato? L’Italia entra in Europa e le aree interne del sud, oggi iniziano ad avere quelle infrastrutture, ancora poche per la verità, che gli permetteranno di dare il suo contributo alla nascita della Confederazione Europea e del nuovo modello economico che essa necessariamente dovrà darsi. 

 

  Ritornando nei locali, le persone di mezza età, con le famiglie, hanno preferito i ristoranti dove si sono dati appuntamento amici, provenienti da tutta la provincia ed anche dalle province limitrofe, per passare insieme le ultime ore del 2001 e le prime del 2002. Al Kristal le tre sale da pranzo erano al completo come erano al completo le due sale del Ristorante Le Rose e le tre del ristorante Incontro. I giovani hanno preferito i locali del “dopo mezzanotte” festeggiando fino all’alba ed esprimendo la loro voglia di vivere e di sperare per il futuro in un mondo migliore fatto di pace e di lavoro con un simbolico augurio unanime: “Benvenuto nuovo anno, benvenuto Euro”.