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Samnium Projects - L'Informazione Globale - Provincia di Avellino

Giovanni Di Stefano - la vittima

Migliaia di persone per l'ultimo saluto

L'ADDIO A GIOVANNI

Il monito di Don Teodoro: "Non dimenticate le persone deboli"

giovedì, 23 settembre 2004

   

di Angelo Corvino

Montecalvo – C’erano più di mille persone a dare l’ultimo saluto a Giovanni Di Stefano, il giovane sottratto alla vita da una dose letale di eroina. Una buona parte del paese ha voluto così dare l’addio ad un giovane dagli occhi buoni e di grande bontà d’animo. Giovanni era amico di tutti, aveva sempre un sorriso da regalare a chi gli si avvicinava. Spesso era un sorriso triste ma a questo non rinunciava mai. La chiesa di San Bartolomeo, situata al centro del paese, era gremita all’inverosimile quando don Teodoro Rapuano ha ricordato Giovannino, così lo chiamavano tutti. Don Rapuano ha inviato la collettività a restare vicina a chi vive il dramma della droga. "Sento spesso dire dalle persone che questi giovani, in fondo, si cercano questa fine – ha detto Rapuano – non è così". E’ dovere della collettività fare qualcosa. Secondo l’energico parroco di Montecalvo "bisogna pensare di meno agli interessi personali" e dedicarsi di più al prossimo. Solo così si potrà sconfiggere una piaga che rischia di rovinare la vita dell’intera comunità. Poi don Rapuano, dopo aver fatto anche autocritica, ha invitato le istituzioni ad essere vigili ed a fare di più per chi vive nel dramma della droga. Infine si è rivolto amorevolmente ai giovani che sono nel tunnel. "Chiedete aiuto – li ha quasi supplicati don Teodoro – non abbiate timore. Nessuno vi giudicherà". In chiesa c’erano tanti giovani ma anche tante persone anziane. La tragedia ha colpito tutti. Intorno alla famiglia del giovane si sono strette centinaia di persone per tentare di lenire un dolore che difficilmente sarà dimenticato. Tra la folla c’erano anche gli amici di Giovanni, quelli veri che, da soli, fino all’ultimo, hanno tentato di sottrarlo alla schiavitù di una sostanza che se lo è portato via per sempre. E’ sui loro volti che si leggeva la disperazione di chi si sente impotente di fronte ad una piaga che è più grande della buona volontà del singolo cittadino e che per essere affrontata ha la necessità dell’attenzione di specialisti come psicologi, psichiatri, sociologi ed assistenti sociali. Sono questi professionisti che devono fare il grosso del lavoro. La collettività deve fare il resto. Se ciò non avverrà il dramma, purtroppo, è destinato a ripetersi. Intorno alle 18 e 30, accompagnato da qualche centinaia di persone, il feretro è stato trasportato al cimitero del paese dove verrà seppellito nelle prime ore di oggi.

I funerali    

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