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dimistranti al sit-in

Una delegazione ricevuta dal Procuratore e dal suo sostituto

Ariano. Ambientalisti tengono sit-in davanti al Tribunale

Ricevute rassicurazioni sullo stato delle indagini su Difesa Grande

giovedì, 23 settembre 2004

 

di Angelo Corvino

Ariano – "Quarantasei giorni di presidio non hanno arrestato la nostra sete di giustizia" recita un cartellone tenuto in mano da una signora dal volto segnato dal sole. E’ una delle abitanti di Difesa Grande che manifesta le sue intenzioni e quelle del movimento sul prosieguo della lotta. Sono circa 130 gli ambientalisti che danno vita al sit-in di protesta davanti al Tribunale di Ariano Irpino. Lo hanno organizzato le associazioni   ambientaliste   per    chiedere la   chiusura delle

indagini della Procura della Repubblica sul presunto disastro ecologico perpetrato a Difesa Grande. Composto e civile il gruppo di persone fa sentire la sua voce. Fantasiosi ed originali gli slogan presenti sui cartelloni. "Volete i colpevoli? Seguite i soldi" recita una scritta, "Stanchi di bugie" un’altra. Non mancano attacchi di natura politica. "Covotta – De Vizia, un’antica amicizia" recita un cartellone. La protesta inizia intorno alle nove quando un gruppetto di persone si presenta davanti al Tribunale. Ci sono le forze dell’ordine ma solo per garantire l’ordine pubblico di prassi nelle manifestazioni, in fondo si respira un clima amichevole. Alle undici una delegazione formata da Anselmo La Manna, Giovanni La Vita, Guglielmo Ventre (i capi storici del movimento) ed alcune donne che presidiano il bivio di Villanova sale in Procura e chiede udienza al Procuratore della Repubblica, Amato Barile, ed al suo sostituto Daniela Tognon.

La prima a riceverli è proprio la Tognon che ascolta le istanze dei cittadini. Si tratta di chiarimenti sullo stato, sui tempi e sulle modalità delle indagini. Sui volti degli abitanti di Difesa Grande si legge la tranquillità di chi, finalmente, si sente ascoltato da una rappresentante di un'istituzione che vede vicina a sé. Un magistrato donna  che è pronta ad ascoltare le perplessità, i dubbi e le angosce di chi vive con un mostro ecologico vicino a casa. Un mostro del quale sente la presenza silente ma reale, tangibile. La Vita chiede come mai il percolato, rifiuto speciale non smaltibile nei corsi dei fiumi, viene riversato nel Lavella.

Daniela Tognon - sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Ariano Irpino

Per il portavoce del movimento anche se le analisi dovessero non dimostrare la presenza di cromo esavalente comunque si tratta di una irregolarità perché il percolato nel fiume non può finire. Poi è la giovane sostituto a dare dei chiarimenti. "Ogni volta che ci sono state le segnalazioni, sono stati effettuati i prelievi – spiega la dottoressa Tognon – ho anche mandato i responsabili sul posto. L’ultima volta, però, l’ho saputo dopo i prelievi dell’ASL e questo ha rallentato un po’ le cose". La procura della Repubblica, spiega la Tognon, ha nominato un consulente che è una delle massime autorità in Italia in materia ambientale. Questo consulente è andato sul posto ogni volta che c’è ne stato bisogno per questo non c’è andato il magistrato. "Comunque i campionamenti vanno fatti in un certo modo – continua il sostituto procuratore – non basta dimostrare che il Lavella sia inquinato ma va dimostrato che l’inquinamento sia prodotto dalla discarica. Per fare ciò ci vogliono un serie di prelievi in più punti a monte della discarica in modo da dimostrarne l’origine". Per la Tognon, paradossalmente, ogni esposto in materia di discarica non fa altro che allungare i tempi delle indagini. Le perizie inerenti il procedimento sono state tutte consegnate, tranne quelle relative gli ultimi campionamenti. A proposito dei rapporti con il commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti la Tognon ribadisce che "la Procura non può fare pressioni sul commissario. Ma lo fa l’opinione pubblica" e si complimenta con i dimostranti per come hanno portato avanti la protesta senza grosse ipotesi di reato. "Il commissariato, sostanzialmente, ci è al di sopra, noi possiamo comunicare una situazione di emergenza, ma è il commissariato che decide, salvo poi da parte nostra perseguire il reato. Ma non possiamo impedirlo. Comunque se a Difesa Grande ci sono dei reati questi saranno perseguiti. Il procedimento sarà chiuso prima dell’estate" – conclude Tognon che annuncia l’apertura di un fascicolo per lo sversamento delle ecoballe. Al sostituto replica brevemente Guglielmo Ventre, "se c’è la necessità di una grande dimostrazione di forza, la daremo, in modo civile ma fermo" dice il presidente dell’associazione Vita in una espressione che la dice lunga sulle intenzioni di non abbandonare la protesta da parte degli ecoguerrieri. Alle 11.50 la stessa delegazione, senza i giornalisti e le telecamere, è stata ricevuta dal Procuratore della Repubblica Amato Barile. "Abbiamo fiducia nella Procura – dichiara Giovanni La Vita al temine dell’incontro – cerchiamo tempi più brevi ma abbiamo fiducia che la giustizia abbia il suo corso. Nel frattempo resteremo vigili". Alle 12.00 il drappello si scioglie e si riorganizza con i presidi. L’appuntamento è per la tarda serata al bivio di Villanova.

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